Un titolo così semplice da passare quasi inosservato ma così efficace da incuriosirci alla prima…
Vi siete mai chiesti su cosa basare la scelta di un libro per la prima infanzia?
Lasciamo stare i gusti individuali! Per fortuna sono molto diversi da bambino a bambino!
Quando sono molto piccoli, i bambini da 0 a 3 anni, hanno uno sviluppo cognitivo che può essere assai stimolato dalla lettura, a patto che questa rispetti alcune regole fondamentali dettate dall’osservazione e dalla conoscenza scientifica derivanti dalla Psicologia dello Sviluppo.
Se nelle proposte di lettura seguiamo le tappe evolutive dello sviluppo… IL GIOCO E’ FATTO!
Perché?
Alla nascita fino ai nove mesi, il bambino ha competenze visive molto limitate che migliorano nelle prime settimane di vita. I lattanti hanno comunque delle preferenze nei confronti di specifici stimoli umani: voce e volto materno. In un certo senso, visto che il bambino impara a leggere il volto della mamma attraverso la sua mimica facciale,
possiamo dire che il volto della mamma può rappresentare il primo libro illustrato
E’ per questo motivo che i bambini, nel corso del loro sviluppo, amano molto i “libri delle facce”!
La prolungata osservazione del volto materno porta il bambino ad acquisire e a formare uno schema iconico-cognitivo del volto, prima della mamma e poi delle altre persone.
Perché?
Da 9 a 12 mesi il bambino scopre il libro, cioè lo toglie dalla categoria “giocattoli”, lo differenzia da altri oggetti, ne individua altri che possiedono le stesse caratteristiche.
Attenzione però!
Si tratta di un processo che deve essere mediato e facilitato dalla condivisione con l’adulto.
Perché?
Nel periodo 9-18 mesi, il bambino, essendo un buon lettore della realtà, è interessato alle immagini degli oggetti e non ad altre aree grafiche della pagina. Inoltre preferisce gli oggetti rappresentati (immagini fotografiche) rispetto a quelli raffigurati.
Da alcuni studi sembra che l’immagine fotografica incoraggi l’esplorazione manuale almeno fino ai 18 mesi.
Nel periodo 18-24 mesi la figura diventa rappresentazione di oggetti reali.
Il bambino coglie che la relazione tra parola e oggetto è simbolica e non associativa.
Es. mela è abbinata a mele rosse, verdi ecc. Siamo infatti all’inizio dello stadio pre-operatorio, il bambino ha acquisito il concetto di permanenza dell’oggetto e inizia il gioco del “far finta”. Ciò presuppone la capacità di separare l’oggetto reale dalla sua rappresentazione mentale quindi di usare i simboli.
Perché?
Il bambino inizia a mettere insieme più parole formando così le prime frasi. Inizia a formarsi la competenza narrativa cioè la capacità di comprendere e produrre storie. Il bambino può essere interessato alle
protostorie o prime narrazioni: storie illustrate, poco articolate, immagini semplici e immediate che presentano una successione di azioni.
Per facilitare la costtruzione dei primi schemi di storie come successione di eventi, i libri propongono storie che si basano sulle esperienze routinarie del bambino (alzarsi, lavarsi, fare colazione ecc.) come la serie della Pimpa, Giulio coniglio, Spotty ecc. Le storie si basano su schemi di appoggio conosciuti dal bambino come la successione temporale, i nomi delle parti del corpo, i personaggi della famiglia, filastrocche che procedono per accumulazione (un elefante si dondolava, dieci dita alle mani dieci dita ai piedini ecc…).
Ricordiamoci che:
“Leggere libri ai bambini è il mezzo più semplice ed efficace per favorire l’apprendimento della lettura e lo sviluppo del linguaggio verbale. Soprattutto è un ottimo modo per alimentare una relazione intensamente affettiva come quella tra adulto e bambino.”
Per gli addetti ai lavori ma anche per tutti quelli che amano i libri consigliamo di leggere:
Altri consigli li trovate sicuramente su
info:
Dr.ssa Federica Vannoni
PSICOLOGA – PSICOTERAPEUTA
Psicologia dei contesti educativi
Consulenza e sostegno psicologico
Psicoterapia individuale e di gruppo
CELL. 347 6151440
mail: federicavannoni@gmail.com
PRATO
Pingback: chat di famiglia