Bambini e autocontrollo


autocontrollo
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Regole e autocontrollo

“Per poter rispettare le regole e comprendere i limiti, i bambini hanno bisogno di sviluppare l’autocontrollo. Esso rappresenta la capacità di fronteggiare emozioni intense e di fermarsi quando si vorrebbe fare qualcosa che non è permesso. Lo sviluppo dell’autocontrollo inizia alla nascita e prosegue lungo tutta l’infanzia. I bambini piccoli imparano il self control attraverso le interazioni con adulti amorevoli e con i pari.”  (da questo blog).

Dobbiamo capire che il processo di costruzione dell’autocontrollo richiede tempo e pazienza e che non possiamo certo pretenderla nei bambini. Possiamo provare a schematizzare alcuni riferimenti di capacità e competenze per misurare le nostre pretese:

 Dai 12 ai 18 mesi

I bambini a questa età iniziano a fare i primi passi verso l’autocontrollo sono un po’ più consapevoli delle aspettative dei genitori possono obbedire volontariamente a semplici richieste. Ma questa è anche la fase in cui il piccolo vuole affermare la sua indipendenza, e per farlo ha bisogno di sfidarvi.

 Dai 19 ai 24 mesi

aumenta  la capacità di resistere alle tentazioni, per esempio non mangiare fino a quando tutti sono seduti a tavola, migliora in modo significativo nel corso di questi mesi. i richiami verbali sono più efficaci di una volta. Tenete presente però che l’autocontrollo del bambino è ancora alle fasi iniziali, quindi sarà più facile per lui aspettare per fare qualcosa di piacevole che smettere un’attività che lo sta assorbendo solo perché voi glielo chiedete.

Avvisatelo in anticipo della fine delle situazioni che stanno vivendo.

Dai 25 ai 30 mesi

Le capacità verbali del vostro bambino stanno migliorando Il linguaggio è molto utile, infatti finalmente può dire, senza strillare, quello che vuole o non vuole fare. Ora si può anche distrarre il bambino da un comportamento distruttivo e incanalare la sua energia in qualcosa di produttivo dandogli un lavoretto da fare. Ad esempio se sta per svuotare il cassetto delle posate, potete bloccarlo chiedendogli di mettere i cucchiai in tavola. E poi lodarlo perché ha aiutato ad apparecchiare, proprio come un bimbo grande.         Bisogna lasciare che il piccolo alleni da solo la sua coscienza e il suo autocontrollo: quando sbaglia proverà vergogna, non c’è bisogno di fargli pesare l’errore. Solo destreggiandosi tra i propri impulsi e la voce interiore che gli suggerisce quello che è giusto, imparerà a comportarsi. Leggi anche: Perché è importante dare delle regole ai bambini, secondo il metodo dell’educazione emotiva.

Dai 31 ai 36 mesi

In questa fase i piccoli sviluppano il senso del futuro e la capacità di prevedere le azioni. Questo significa che si può condividere con qualcun altro un gioco perché poi sa che tornerà a lui. I bambini cominciano anche a sviluppare l’empatia, che permette di capire i desideri altrui. Ora iniziano a controllore i propri impulsi, tenendo conto dei sentimenti degli altri.   Quando preoccuparsi Non c’è un calendario preciso che indichi l’età giusta per imparare l’autocontrollo, ma se non si vede alcun miglioramento nel tempo è meglio consultare il pediatra. Soprattutto se il bambino sembra troppo aggressivo con gli altri e non riesce a controllare la rabbia. Potrebbe essere sotto pressione o sentirsi frustrato o arrabbiato per qualcosa che non riesce a esprimere.

(riferimenti presi da  qui)

 La mia esperienza:

​In studio arriva lui. Un ottenne che “non sa gestire la rabbia” dicono i genitori. La scuola spesso denuncia situazioni in cui non riesce a resistere alle provocazioni dei compagni, “perché io non lo sopporto quando mi prendono in giro” dice lui stesso.

Lui reagisce con le botte, viene ripreso e poi brontolato anche in famiglia: spesso questo aumenta lo stato di tensione e quindi innesca altri comportamenti violenti anche a casa. Un loop da quale non riesce ad uscire da solo. In realtà quello che emerge da una osservazione più attenta è che lui “non sopporta molte cose”: non sopporta le regole dei giochi, non sopporta i limiti, il NON fare certe cose come vuole lui.  Abbiamo riscontrato  insieme alla famiglia che a molte di queste regole non è mai stato abituato e questo ha favorito anche il non sviluppo dell’autocontrollo. Abbiamo dunque cominciato insieme  un percorso fatto di  conoscenza delle emozioni, relazione, giochi, regole ed eccezioni. Sempre più regole e meno eccezioni. H

Il mio ruolo di pedagogista in questo contesto è stato quello di strutturare le risposte alle richieste emotive di contenimento e di attivazione dei processi metacognitivi nel bambino.

Seguire certe regole con i bambini con queste caratteristiche  fa sì che le stesse diventino un metodo  che piano piano possono fare proprio, per cui è stato utile sezionare il tempo in sotto momenti,  (l’uso di una sveglia che ci ricorda la scadenza del tempo da dedicare ad una precisa attività) dedicare spazi precisi ad alcune attività, (sul tappeto, alla scrivania) stabilire prima le regole dei giochi da seguire.

I bambini imparano molto dal nostro esempio e hanno assolutamente bisogno di trovare in noi a la certezza di potercela fare. Chiaramente la complicità con la famiglia risulta fondamentale così da restituire ai bambini la stessa modalità di reazione e fermezza che anche in famiglia dovrà essere usata in determinate situazioni.

Per info: info@familing.it

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