Chat di famiglia


selfie telegrafo
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selfie telegrafo

 

Non avere la tv in sala da pranzo con l’obiettivo di parlare di più, almeno a tavola …pit-stop di aggiornamento quotidiano.

In molte case è un obiettivo raggiunto. Si parla di più senza televisione, in molte altre case si parla ancora di più, ma  al TELEFONO, spesso in chat di famiglia.

Tra il primo e il secondo piatto si fissa una nuova partita nella chat di  calcetto, un cinema per la settimana prossima, il parrucchiere, si invia una foto dei tortellini che “wow come li fa la mia mamma!!” nella chat con le amiche, si invia una emoji ‘usata di recente’, un pollice alzato invece di scrivere almeno OK…un sorriso con il bacio a cuore e le mille interpretazioni che può far supporre…

Nel 1962 usciva l’opera di Rodari “Favole al Telefono”

un insieme di “errori di ortografia, scontri e giochi di parole” che crearono questa raccolta di favole: il ragionier Bianchi le raccontava alla figlia, al telefono appunto per farla addormentare. Era un modo per accorciare le distanze, far sentire la sua presenza nonostante l’assenza.

Il ragioniera faceva il pendolare e il telefono era un strumento di Comunicazione tra lui e la figlia, in un momento intimo della giornata come quello prima di addormentarsi.

Probabilmente adesso questa comunicazione sarebbe un chat su WhatsApp del tipo: notte tesoro, (smack smack) ci si domani (luna / stella) e un selfie in pigiama.

#bambinidigitali

#nuove generazioni

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