Conoscere e Reagire alla “Pandemic Fatigue”


10 strategie per reagire alla Pandemic Fatigue.
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Rabbia, tristezza,  frustrazione, demotivazione, sfiducia, senso di ingiustizia…

sono solo alcune delle emozioni che ad oggi popolano prevalentemente i nostri animi.

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Fatto sta che  il 60% della popolazione sta sperimentando una sensazione di sfinimento e soffre di “Pandemic fatigue” (secondo me oggi, in Italia dopo l’ultimo decreto, potrebbero essere anche molti di più).

L’Organizzazione Mondiale della Sanità con il termine “Pandemic fatigue” definisce una sensazione di sfinimento e di stanchezza, dovuta a uno stato di crisi prolungato, ma assolutamente naturale di fronte a una pandemia di cui non si intravede la fine.

Non intravedere la fine è il fattore che più demotiva anche perché i sacrifici economici richiesti da Marzo ad oggi sono veramente enormi.

Tutto questo genera angoscia (data dalla sensazione di vedere un film già visto e non si tratta di un film piacevole), tristezza nel singolo e rabbia nei gruppi.

Sono emozioni di cui l’OMS ne aveva valutato  l’insorgenza e aveva avvertito gli Stati di doversene pre-occupare.

Il documento Pandemic fatigue. Reinvigorating  the public to prevent Covid-19” dell’Organizzazione Mondiale della Sanità – Europa (Who-Europe), commissionato dagli Stati membri dell’Unione Europea, fornisce un quadro di riferimento per la pianificazione e realizzazione di progetti nazionali e locali, suggerendo alcune strategie per mantenere e rinnovare il sostegno del pubblico alle norme di sicurezza anti-Covid-19.

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Vi consiglio di scaricarvelo e leggervelo. Purtroppo essendo in Inglese non è di immediata lettura ma in Italiano non lo abbiamo trovato e forse neanche c’è in rete.

Ma abbiamo trovato un interessante articolo  del Centro Regionale di Documentazione per la Promozione della Salute della Regione Piemonte dove se ne fa un riassunto molto chiaro.

Il documento propone quattro strategie che i governi degli Stati europei possono utilizzare per mantenere e rinvigorire il sostegno e l’adesione delle popolazioni ai comportamenti raccomandati.

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1. Conoscere e comprendere le persone

Conoscere coloro che stanno sperimentando la demotivazione comprendendo le barriere e i fattori che influiscono sulla loro capacità o la volontà di assumere comportamenti protettivi, consente ai decisori di segmentare e personalizzare azioni e messaggi comunicativi alle loro particolari esigenze. Un’attenta considerazione di questi elementi porta ad un maggior successo e ad un miglior rapporto costo/efficacia di politiche, interventi e comunicazione.

2. Coinvolgere le persone rendendole parte della soluzione

L‘impegno richiesto alle persone dovrebbe essere presentato in modo positivo, evidenziando il ruolo che i singoli possono assumere per il benessere dell’intera comunità. Promuovere l’auto-efficacia, il senso di appartenenza e l’utilizzo della narrazione attraverso le storie di testimonial della comunità rafforza il coinvolgimento dei singoli ed evita che i comportamenti raccomandati siano vissuti come sottomissione all’autorità.

3. Permettere alle persone di vivere le proprie vite, riducendo però i rischi

Con il perdurare della pandemia aumenta la demotivazione delle persone a seguire costrizioni troppo rigide. Gli individui hanno la necessità di tornare alle loro abitudini quotidiane. La strategia della riduzione del rischio può essere una risposta poiché consente alle persone di adottare nuovamente comportamenti che in precedenza erano stati vietati, ma in modo più sicuro, riducendone i rischi. Il messaggio quindi si trasforma: da “non fare” a “fare in modo differente”.

4. Riconoscere ed affrontare le esperienze di disagio delle persone

La pandemia e le sue restrizioni hanno portato stress, solitudine, noia e hanno avuto un impatto negativo sul benessere e la salute mentale di molti, soprattutto di chi si trova in situazioni svantaggiate. La stanchezza derivante dalle difficoltà può essere affrontata favorendo la crescita della resilienza e alleviando le difficoltà attraverso un sostegno economico, sociale, emotivo e culturale continuo alla popolazione.

Il documento offre ai decisori una serie di raccomandazioni per attuare delle azioni concrete, in linea con le strategie e i principi trasversali sopra descritti.

 

Dieci azioni concrete

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Pensare e agire a livello locale. Chiedere alla società civile di trovare modi creativi per motivare i loro membri e coetanei e individuare i loro bisogni. Coinvolgere volontari, organizzazioni giovanili, sportive, religiose poiché possono svolgere un ruolo attivo nel motivare gli individui a seguire le raccomandazioni.

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In ogni luogo di lavoro, scuola, università, club giovanile e altro ancora, parlare con le persone.
Chiedere alle persone come vorrebbero mettere in atto i comportamenti raccomandati. Il dialogo può fare emergere le barriere e i disagi derivanti dall’adesione alle restrizioni.

03

Creare una guida per vivere la vita riducendo i rischi. Fornire raccomandazioni concrete per affrontare con maggiore sicurezza situazioni quotidiane come ad esempio cene, incontri di gioco per bambini, interazioni sul posto di lavoro, eventi, funerali, matrimoni e viaggi.

04

Programmare soluzioni sicure per celebrazioni di rilievo nazionale. Elaborare con largo anticipo raccomandazioni per lo svolgimento di eventi di grande rilevanza che prevedono lo spostamento di molte persone sul territorio.

05

Comprendere quali misure posso diventare insopportabili nel lungo periodo. Tenendo conto del rischio epidemiologico, capire quali misure possono essere difficili da sopportare a lungo termine e cercare di modificarle o associarle ad un sostegno economico, sociale o psicologico.

06

Rendere facili ed economici i comportamenti raccomandati. Questo può avvenire prevedendo la fornitura di servizi veloci e connessioni internet a basso costo, mascherine gratuite, disinfettanti e aree per il lavaggio delle mani facilmente accessibili, opportunità per il telelavoro.

07

Fare appello alle persone piuttosto di biasimarle, spaventarle o minacciarle. Chiedere aiuto alle persone valorizzando il contributo di ciascuno invece di biasimarle o spaventarle.

08

Essere chiari, precisi e prevedibili. Utilizzare strumenti idonei per essere chiari, precisi e prevedibili. Ad esempio spiegare le restrizioni, i rischi epidemiologici e le loro relazioni attraverso delle infografiche può essere efficace.

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Effettuare regolarmente studi qualitativi e quantitativi sulla popolazione. Condurre regolarmente un’attività di ricerca sulla popolazione consente di utilizzare i risultati delle indagini per orientare le azioni.

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Elaborare comunicazioni mirate per gruppi specifici di destinatari. Creare messaggi ad hoc per i gruppi di destinatari che risultano maggiormente demotivati. Effettuare un pre-test dei materiali con alcuni rappresentanti di essi prima di diffondere la comunicazione a tutto il pubblico di riferimento.

 

Che ne pensate?

Sarà stato perché la situazione è precipitata velocemente che a mio avviso molte di queste indicazioni non sono state proprio tenute in considerazione.

Vorrei però salutarvi con un video che spero possa essere fonte di ispirazione e possa portare delle buone idee!

BUONA VISIONE!

 

 

 

 

 

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