Dialoghi senza parole


il linguaggio delle carezze, degli abbracci , dei giochi corporei
da "Il libro delle coccole"
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La signora Margherita,  donna saggia e con esperienza nel crescere i figli visto che ne aveva avuti 5, un giorno, vedendo Clara con la sua piccolina di pochi giorni in braccio le disse:

“Guarda che se la prendi troppo in collo poi la vizi, lo dico per il tuo bene! ”

e poi :“Vedi… ha già imparato, lei piange e tu la prendi…

E’ vero! Molti genitori si trattengono dal toccare i propri figli e dall’esprimere la loro tenerezza per paura di viziarli!

Nella nostra società la maggior parte dei genitori è in grado, o almeno si preoccupa, di soddisfare le esigenze alimentari dei propri figli.

E’ normale provvedere a una nutrizione sana, varia equilibrata che contenga vitamine e altri componenti indispensabili per lo sviluppo.

Eppure, in certi casi, né il latte né il ciuccio riescono a calmare i bambini!

Il bambino reclama semplicemente l’appagamento della sua fame relazionale: fame di carezze, affettuosità e di sicurezza percepite con la pelle!

Ecco 2 ricerche che ce lo dimostrano:

1194-1250, L’Imperatore Federico II cercava di scoprire in che lingua si sarebbero espressi i bambini se nessuno avesse mai parlato loro, così ordinò ad alcune nutrici di curarli solo con il cibo, senza parlare e  senza coccolarli.

L’esperimento andò in fumo perché i bambini morirono in fasce.

Non poterono sopravvivere senza le carezze, le parole dolci e i sorrisi affettuosi del loro sostituto materno.

1905–1981, Harry Harlow  studiava l’apprendimento sociale e gli effetti dell’isolamento sociale nelle scimmie.

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Pose le scimmiette appena nate a contatto con due surrogati materni: uno formato da fil di ferro con un biberon e l’altro formato da fil di ferro ricoperto di spugna.

Le scimmiette preferirono il surrogato ricoperto di spugna al surrogato con il biberon poiché offriva più piacere al contatto.

Quando erano affamate, le scimmiette afferravano il biberon ma tornavano subito al surrogato ricoperto di spugna. Le scimmiette cresciute con la mamma di spugna, se spaventate, abbracciavano intensamente la madre surrogato e sembravano confortate dal contatto,  le scimmiette della mamma formata solo da fil di ferro non trovarono alcun conforto e sembravano disorganizzate.

Entrambi i gruppi di scimmiette cresciute con il surrogato furono incapaci di adattarsi alla vita in comunità.

I sensi dei bambini hanno bisogno di essere nutriti.

La pelle ha bisogno di un “cibo” abbondante e di buona qualità: la tenerezza.

La tenerezza è un atteggiamento fondamentale che non ha niente a che vedere con effusioni divoranti e continue, ma piuttosto con la capacità di mettersi nei panni del bambino, di capire di che cosa ha bisogno e di rispondere con piacere senza aver bisogno di ricevere contropartite né ringraziamenti ad esempio facendo il bravo.

In questi ultimi anni gli specialisti hanno sottolineato senza sosta che

è impossibile viziare un neonato, dato che la soddisfazione dei suoi bisogni è una necessità assoluta.

Per approfondimenti sul tema cop

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