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“Nessuno gioca con me, tutti mi prendono in giro…” quante volte i bambini piangendo ce lo dicono?
E quanto si identificano nella situazione dell’escluso dal gruppo solo contro tutti? anche là dove l’esclusione, se pur reale, coinvolge due o tre bambini di una intera classe.
Cosa c’è di vero allora dietro a questa denuncia? Esattamente tutte le sensazioni e le emozioni provate.
Cosa fare?
PARLARE con i bambini, chiedere, scavare, indagare. E aiutarli a RIELABORARE, intanto per restituirgli una immagine reale della situazione che hanno vissuto, analizzando i perchè e le motivazioni dell’allontanamento senza mai sminuire il loro vissuto, ma cercando di restituirgli una immagine positiva di quanto accaduto, a partire da loro stessi, pur mettendoli in discussione.
Quello che loro hanno provato è davvero un senso di esclusione “totale”, e hanno bisogno del nostro aiuto per ricostruire la realtà e costruire la loro autostima, il loro piacere nella relazione, analizzando anche i proprio errori come punto di ripartenza.
Iniziamo a pensare insieme a loro a tre cose belle che possono pensare di se stessi.
Ogni bambino potrà allungare la lista, disegnarne alcune, scriverne altre.
L’adulto dovrà esserci, per aiutarlo a riconoscere queste emozioni, come uno specchio in grado di tradurre lo stato d’animo. Il bambino potrà conoscersi e riconoscersi, stimolato a modulare e cambiare se necessario il proprio modo di relazione nel gioco o nei compiti di gruppo, nelle attività di classe.
“nessuno vuole giocare con me…”
” nessuno nessuno? nemmeno Mattia?”
“Si Mattia voleva, ma io volevo giocare con Giulio….”