Via del Parione 19/r MARIANO UN PANINO E UN BICCHIERE DI VINO: LA FELICITA'...…
“I bambini di 4 anni ridono anche 500 volte al giorno , mentre un adulto al massimo ride 15 volte”
E’ da questo dato raccolto dalla terapista americana Annette Goodheart che vogliamo partire a parlare di sorrisi o meglio ancora di risate.
Intanto permetteteci una premessa: se con i bambini può essere difficile e faticoso insegnare le buone maniere e la gentilezza non bisogna fare alcuno sforzo per quanto riguarda il riso. Basta assecondarli.
E vi pare poco?!
Ma partiamo dall’ inizio.
Durante le ultime fasi della vita fetale il bambino inizia a sorridere. Il sorriso fetale non è un’attività cosciente ma un riflesso automatico che serve ad esercitare il MUSCOLO RISORIO ( simpaticissimo già dal nome) presente solo nell’ uomo ma assente negli animali.
Questo allenamento continua nelle prime settimane di vita a prescindere da quello che succede intorno al neonato …avete presente quandolo vediamo sorridere nel sonno? Ecco, sta semplicemente continuando l’esercizio iniziato ancora prima di venire al mondo.
Insomma ridere non è solo fattore innato ma anche automatico.
E’ dalla V settimana di vita però che inizia il bello. Se la mamma risponde con parole, espressioni di piacere e carezze al sorriso del bambino questo inizia a rendersi conto che la figura davanti a lui è qualcosa di diverso da sè e che alle sue azioni corrispondono dei risultati.
In poche parole oltre a contribuire al suo sviluppo intellettivo si buttano le prime basi di una buona relazione.
Ci vorranno poi i 3 mesi per le prime risate ad alta voce ( a casa mia si dice grasse!) per poi arrivare ai 5 quando il bambino sceglierà a chi concedere il suo sorriso e a chi noi dato l’apprendimento di volti noti o estranei.
Con la crescita il sorriso sarà sempre meno automatico e assumerà sfumature diverse di volta in volta di piacere, imbarazzo, complicità, scherzo.