COME litigare… SENZA litigare!


10 modi per rompere lo schema del litigio distruttivo
compromesso
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"Va bé…. tanto non è possibile ragionare con te!"
"Sei sempre il solito!" 
"Ma perché?"
 Sono solo alcune delle espressioni che rendono un’ accesa discussione  un labirinto senza uscita e senza senso!

“Quindi?” dite voi…..

“Che ci vuole la laurea anche per litigare?”

La laurea probabilmente no! Ma due-tre dritte aiutano di sicuro  a trovare meno faticosamente un punto di incontro!

E allora…. rivisitiamo i vecchi schemi che occorre un reset!

 

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1. Affrontiamo subito il problema

Mandare giù ciò che non ci torna o posticipare il confronto con l’altro alimenta solo un sentimento di rabbia e rancore che alla prima occasione esplode proprio nel modo che non vogliamo! Evitare la discussione per andare d’accordo a tutti i costi non è la soluzione giusta!

 

2. Usiamo domande aperte che iniziano con COME o COSA

Evitiamo le domande che iniziano con PERCHÉ’. Le domande che iniziano con il “perché” possono essere percepite dalla persona come colpevolizzanti o accusatorie, pertanto andrebbero evitate.

 

3.  Usiamo messaggi in prima persona.

Evitiamo le frasi che iniziano con MI FAI come “Mi fai arrabbiare…. Mi fai felice….. “

Se sei tu che mi fai provare queste emozioni la causa del mio star bene o male dipende dagli altri e non è sotto il mio controllo. Non lasciamo che gli altri acquistino potere sulle nostre  relazioni sentendoci impotenti. Quindi se IO MI ARRABBIO QUANDO, IO SONO FELICE QUANDO…… mi riapproprio del mio potere personale.

Le emozioni sono personali:  si provano in prima persona  e in certe situazioni specifiche.

Se penso “ Tu mi fai felice!”, per assurdo, solo tu hai questo potere, se mi lasci non potrò mai più essere felice! Se penso “Io sono felice quando sto con te”, se mi lasci, starò male, ma potrò essere felice con qualcun altro. La felicità è la mia emozione e non è dovuta ad altri!

 

4. Usiamo POSSO al posto di DEVO

Il devo non implica comunicazione (nel senso dello scambio) perché è un’imposizione. Proviamo a sostituire il DEVO con POSSO, si scopriranno cose molto interessanti.

 

5.  Critichiamo il comportamento! Non critichiamo la persona

Sei proprio uno stupido!” ,“Sei una……” , sono frasi che non aiutano il confronto, servono solo a scaricare una buona dose di rabbia repressa pronta a tornare  indietro con gli interessi. Se davvero si vuole cercare di migliorare una situazione è importante evitare questo genere di frasi.

Concentriamoci sul “qui ed ora”:

un evento preciso, un comportamento, un’azione che non ci è piaciuta insieme all’emozione provata.

Meglio dire “Io mi arrabbio quando….”. In questo modo,  oltre a gettare le basi per un confronto efficace che aiuti le persone a parlarsi, a spiegarsi e a venirsi incontro nel rispetto dei bisogni reciproci, si alimenta un dialogo con se stessi che ci abitua ad un rapporto reale con noi e con gli altri.

 

6. Allarghiamo la stringa sintattica

Atteniamoci al presente senza generalizzare.

Rivangare cose passate generalizzando con parole come:  “  SEMPRE,  MAI,  OGNI VOLTA…..” non è di aiuto!

Queste parole non aiutano ad aprire una discussione, certamente aiutano a non sentirsi compresi.

 

7. Parliamo dei nostri bisogni

Individuare i bisogni sottostanti a soluzioni apparentemente facili da riconoscere è un allenamento molto utile.

Se dico: Ho bisogno di una vacanza. Questa è già una soluzione spesso abbinata ad una frustrazione: non posso perché non ho tempo, non ho ferie, non so come organizzarmi.

In realtà sotto c’è: ho bisogno di riposarmi, di conoscere nuove persone,  di passare un po’ di tempo da sola con il mio compagno…..

Pensare al bisogno è molto più creativo! Si può spaziare tra varie soluzioni.

8. Ascoltiamo e ascoltiamoCi

Ascoltiamo le motivazioni e le emozioni dell’altro ma non dimentichiamoci di noi stessi! Quello che proviamo, le nostre emozioni sono l’aspetto più importante!

9. Diamoci tempo

A volte non è possibile arrivare subito alla soluzione di un confronto. Se abbiamo la sensazione che non si arrivi ad una conclusione, prendiamoci  una pausa.

10. Ricordiamoci che la vera trasformazione non avviene attraverso la conflittualità, ma attraverso la consapevolezza.

 

ed ora?

Alleniamoci perché non è affatto così immediato stravolgere degli schemi appresi solo attraverso la teoria

per fortuna la palestra ce l’abbiamo:

è la vita!

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